Ogni attimo della nostra vita, accade in un luogo.
Interno o esterno.
Costruito o vuoto.
Luoghi di tutti od instaurati nella nostra intimità.
La casa dei nonni, il cortile in cui si scendeva a giocare, la riva del mare.
A volte, questi luoghi son capaci di restarci dentro.
Non per il colore della tinta delle mura, per lo spazio abbondante o limitato, all’interno del quale, s’immaginavano i contorni d’un campo da calcio e neanche per quel sole, in fondo al tramonto, perfettamente sulla linea d’orizzonte, sospeso fra cielo ed acqua.
Siam capaci di trascinarci dietro, nel tempo, i ricordi di quei luoghi, per la loro sensazione d’averci lasciato “sentire a casa”, in quell’esatto e  preciso istante. Per l’atmosfera che ci siam ritrovati a vivere in quella nostra esperienza.
Un’atmosfera, fatta di qualità.
Qualità d’un momento.
Qualità di uno spazio e non del “riuscito pendant fra la tenda d’un salone ed il tessuto del suo divano”.
Qualità architettonica, quale capacità di muovere emozioni.
Qualità di un edificio nel riuscire a concederne l’occasione.
Occasione agli eventi di accadere.
Occasione alla gente, d’incontrarsi.
Occasione, al solo, di ritrovarsi.

Da qui i Musei, le Piazze, le Case.

foto del four freedom park di new york
New York, Franklin D. Roosevelt Four Freedoms Park / Ph. L. Verrecchia

Il ruolo dell’Architettura, è ben altra questione d’un banale giudizio nel piacere o meno, ai gusti dell’individuo e fa male, saper limitato a questo piccolo margine, il ruolo del proprio Direttore, l’Architetto.
L’Architettura dovrebbe tornare a se stessa.
Risolvendo i problemi dell’abitare e le necessità di chi, quell’abitare, ne risulta essere il primo protagonista.
L’Architettura è di chi la vive, non degli Architetti.
“Architettura è funzione.
Funzione è Essenzialità.
Essenzialità è Precisione.”
E’ qualcosa di più che una questione di forma.
L’Architettura accade, ogni volta che tutto questo torna a se stessa e che si ritrovi nella funzione dell’abitare. Sia ben chiaro, anche l’occhio vuole la sua parte ma non soltanto l’occhio può esser giudice d’un qualcosa di ben più importante.
Ci sono i volumi con le proprie proporzioni.
C’è la luce, primo materiale dell’Architettura.
C’è l’Uomo, unico vero attore di un’Architettura meravigliosa.
Senza di esso a viverla, sarebbe sola scultura e, del come tutto questo possa accadere, non preoccupatevi.